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domenica 17 febbraio 2019

Le Adozioni dei Libri di Testo

Pochi eletti, per non dire nessuno, al di fuori delle segreterie scolastiche sa o intuisce che maggio e giugno possono rivelarsi mesi pressanti e faticosi (l'anno finisce e poi avete tre mesi di vacanza, no? NO!!!!!)  I libri di testo, dopo gestazione più o meno lunga e complicata, vedono la luce in maggio all'interno delle segreterie e in giugno, previo ultimo controllo da parte dei docenti, sono esposti al pubblico, con scadenza ministeriale prossima o coincidente con il termine delle lezioni in giugno. Classicamente le lezioni terminano nella seconda settimana, a tamburo battente gli scrutini, ogni giorno da mattina presto a sera tardi; ultimo passaggio la convocazione delle famiglie dei non ammessi, senza la quale non possono essere esposti i risultati, in genere l'ultimo giorno utile prima dell'avvio degli Esami di Stato. All'arrivo delle Commissioni di Esame tutto il materiale, cartaceo e informatico, necessario allo svolgimento degli esami (la preparazione richiede settimane) deve trovarsi nelle aule destinate, entro armadi chiusi; la vicepreside di ogni istituto superiore riceve le Commissioni e consegna loro le chiavi.
Gli elenchi dei libri di testo potrebbero essere prodotti, controllati ed esposti in maggio, prima del fatidico mese di giugno, e sarebbe cosa perfetta, se la segreteria avesse poco a cui pensare oltre ai libri di testo, specie là dove ogni anno il personale cambia, e se il popolo dei docenti non fosse variegato e indisciplinato…. Tentare di far compilare correttamente la scheda che la segreteria utilizzerà per il caricamento finale, quale esso sia, è una battaglia statisticamente per metà persa. I libri di testo vengono decisi nei dipartimenti disciplinari, le schede sono per materia, gli elenchi finali per l'utenza saranno per classe e sezione. Una parte dei coordinatori di dipartimento, ligia e in gamba, invia alla segreteria nei tempi previsti (prima settimana di maggio) schede leggibili, chiare e corrette. La restante parte dei coordinatori: 
non reperisce la scheda, 
non riesce a compilarla senza scombinare in modo grave righe e colonne, 
dimentica del tutto di compilarla,
la compila con dati incompleti e/o errati, all'ultimo secondo dopo rimprovero del Dirigente e affannosa ricerca in internet, 
non ha voglia di compilarla e si limita a dire a voce le modifiche introdotte (nuove adozioni) incurante del ribadire che non può essere dato peso a simili segnalazioni,
non la compila in quanto non ha avuto dal Dirigente indicazioni circa le sezioni/corsi che gli saranno affidati l'anno successivo.
Si aggiungono le segnalazioni da parte dell'AIE di testi non disponibili, a disponibilità limitata, non ristampati, quindi da ridefinire da parte dei docenti. 
Tutto questo in un periodo in cui l'anno scolastico avvia a conclusione ogni sua attività, in modo quasi sempre convulso, poiché le molte suddette attività effettuate da allievi e docenti in collaborazione con una miriade di enti e associazioni esterne richiedono al loro termine operazioni quali saldi, relazioni, rendiconti, rilevazioni, dichiarazioni di spese sostenute da parte delle famiglie, ecc. Tutto in poche intense settimane tra maggio e giugno…. sbagliare caricamento dei libri di testo è un evento altamente probabile, il controllo da parte dei docenti, alle volte, un pio desiderio.
Una delle peculiarità dell’era digitale e della pubblica informatizzazione è il ruolo dell'utente come attore / destinatario di informazioni che lo riguardano o che produce…. Il tramite della segreteria, chiamata ad elaborare dati di procedure che non effettua e sulle quali non decide, potrebbe essere ovviato mettendo a disposizione dei docenti una piattaforma aggiornata con classi, sezioni, corsi dell’anno scolastico futuro, in cui la situazione libri di testo venga inizialmente proposta come pura prosecuzione dell’anno in corso. Ogni docente responsabile di dipartimento, dopo o durante la riunione di dipartimento, inserirà le nuove adozioni sulle classi e sezioni dei corsi interessati, entro una data limite cautelativa rispetto alla scadenza ministeriale. 
Ad eventuali rimostranze rivolte alle segreterie, ad es. di non voler fare la propria parte, risponderei che anziché segnare su un file o altro modello i dati, con il loro frequente strascico di inesattezze e incompletezze, si potrebbero accorciare i tempi caricando direttamente i testi sulle classi o mappa che si voglia; i docenti che hanno partecipato alle decisioni circa la scelta dei libri di testi sono le figure più qualificate per effettuare un corretto caricamento.
Naturalmente, finché mentalità e idea del lavoro del docente non sarà un poco cambiata, tutto ciò non potrà essere se non dietro incentivo da fondo di istituto o da contrattazione sindacale interna…. I Fantozzi di segreteria – in questo come in altri casi davvero tali – devono invece, si pensa per loro attitudine congenita, al più per loro sorte, sorbirsi e recuperare svolazzi, arbitri, impertinenze e ottusità come pane quotidiano, da contratto. Proporrei qualche giorno, una settimana almeno, di scambio di ruoli tra segreteria e docenti: in una settimana per la segreteria sarà impossibile mandare a rotoli una programmazione didattica ben impostata, mentre magari qualche docente capirà meglio come ci si trova “dall'altra parte" e che quasi mai questo lavoro è una scelta ma in genere un ripiego, una necessità, un buon viso a cattiva sorte, ed anche, non lo nego, un comodo nascondiglio. Ma l'80% almeno degli abitanti delle segreterie che ho conosciuto, al di là dei casi che li hanno portati in questi lidi, è rappresentato comunque da persone scrupolose, efficienti, attente e consapevoli di svolgere un pubblico servizio, di essere cioè dei pubblici ufficiali.
V.A.

domenica 6 gennaio 2019

Libro di Testo e Società

Libro e Società

Ricordo il grande amore che aveva mio nonno per il libro, in particolare quello scolastico.
Era un tempo in cui avere un libro era un dono, una conquista, un bene prezioso. Non era soltanto lo strumento del sapere ma, in un certo senso il Sapere stesso, la chiave per conoscere il mondo, migliorare la propria condizione sociale. 
I padri erano fieri di comperare con enormi sacrifici un libro e l’importanza che loro davano a quel prezioso strumento considerato anche, in una laboriosa visione artigianale, come uno strumento di lavoro, si trasmetteva in maniera induttiva ai figli.
Per gli insegnanti, quelli dalla vera vocazione, era un catalizzatore di sapere, il suo profondo significato, la sua essenza stessa non era solo di far apprendere ma indurre ad andare oltre. Un libro in un certo senso è uno stimolo a leggerne altri e…. ancora altri per approfondire, aggiornare, confermare, scoprire. Ad un certo punto del processo, quando l’allievo ha mezzi e strumenti linguistici, relativi al suo studio e alla vocazione personale è in grado di cercare una propria via di lettura ben sapendo che l’insegnante la favorirà, magari correggendo dubbi, mai diminuendo l’entusiasmo, ma avvertendo il pericolo degli affrettati giudizi e intervenendo per fornire nuovi elementi di conoscenza.
Cosa rimane ora? I principi fondamentali e gli ideali sono gli stessi. Il buon insegnante sempre desidera sviluppare la funzione di “contagio” ed espansione del libro, della cultura, ma la società è molto cambiata. Il mondo del lavoro ha deluso le aspettative di tutti e molti hanno dovuto emigrare per mettere a frutto le conoscenze acquisite.
La famiglia ha assunto nuove conformazioni non solo dettate dal cambiamento di usi e costumi ma anche di necessità lavorative legate a precarietà, luoghi geografici, tempi sempre più stretti.
Il libro è stato vittima del senso di sfiducia collettiva nei valori umanistici e sociali, a un malinteso senso di praticità dettato da frettolosi criteri economici, certo reali, ma con grande grado di approssimazione e labilità per il rapido mutare delle condizioni economiche generali e particolari.
Il senso di piacere della lettura, la sua funzione di stimolo è stata sacrificata spesso a criteri di apprendimento miranti alla selezione, con il criterio che per emergere bisogna lottare, essere i migliori…. Migliori di chi, di che cosa? Senza la passione, il piacere personale che certo comporta anche il sacrificio ma soprattutto la scoperta e la valorizzazione e lo sviluppo delle proprie attitudini si ha una società sempre più incolta, settoriale, e, a mio giudizio anche meno attenta ai valori costitutivi di una persona, di una civiltà.
Tutto ciò non è irreversibile ma richiede molto impegno della politica, dei formatori, della struttura scolastica stessa e dell’informazione in generale.


Arturo Ferrara